Tutte le grandi religioni dell’antichità hanno avuto uomini che si interrogavano sulla volontà di Dio, per ricevere indicazioni sulla via da seguire, e parlavano a nome della loro divinità. Il profetismo in particolare è stato conosciuto e praticato non solo in Israele, ma presso tutti i popoli del vicino Medio Oriente.
Questo si deduce dai testi che ci sono pervenuti dall'antico Egitto, dalla Mesopotamia, ed in particolare dall'archivio reale della città di Mari, l’odierna Tell Hariri (XVIII secolo a.e.v., in alta Mesopotamia, al confine della Siria con l'Iraq attuali), dove nel 1933 sono venute alla luce circa 20.000 tavolette di cui moltissime trattano di oracoli profetici. I testi delle tavolette sono scritti in lingua accadica con parti in un dialetto semitico del nord-ovest della Siria. Questa importante scoperta, per gli studiosi, è servita ad illustrare la profezia extrabiblica. Quanto alla profezia di Israele, oltre ai testi biblici se ne ha notizia da alcuni frammenti di vasellame (óstraka), rinvenuti nel 1930 nel sito di Tel ed-Duweir (Lachish), dove sono menzionati i profeti Osea (Hoshaiah), Geremia (Yirmeyahu) e compare il termine ebraico navi per indicare il profeta.[1] Un’altra grande testimonianza extrabiblica, venne dalla scoperta fatta nel
A Mari gli oracoli o le comunicazioni delle varie divinità (Abba, Addu, Annutinum, Asumum, Belet-biri, Belet-ekallim, Dagam, Diritum, Ea, Estar (Istar), Hanat, Hisamitum, Ikrub (Iakrub), El, Istaram, Itur, Mer, Nergal, Narum (Fiume), Ninnhursanga, Samas) erano indirizzati sempre al re Zimrilim (ultimo re della città 1730 -
In Israele JHWH si rivolge sempre al re o al popolo.
L'uomo antico del vicino Medio Oriente, per conoscere la volontà di Dio, usava diverse tecniche divinatorie, come gli oracoli divini, la magia, la oniromanzia[8] e la necromanzia[9], tutte conosciute anche dalla Bibbia. Quanto ai sogni, essi erano considerati dagli antichi come premonitori della realtà. La loro interpretazione era tenuta in grande considerazione in Egitto e a Babilonia, ove era venerata una dea dei sogni; anche il mondo ellenico ci ha tramandato testimonianze sui sogni inviati dalle varie divinità. A Babilonia i sogni erano considerati espressione della natura diabolica e si suggeriva di inciderne il resoconto su una tavoletta di argilla fresca e di metterla a sciogliere nell'acqua, così che anche il sogno si dissolvesse. In Israele si riteneva che i sogni venissero direttamente da Dio, che attraverso di loro manifestava la sua volontà; per questa ragione i sogni assumevano un valore profetico, e a causa della loro origine sacra venne condannata ogni oniromanzia laica. L'oniromanzia fu la sola arte divinatoria ammessa dall'Islam. Lo scrittore arabo Al Mas’adi (871 / 957 E.v.), sostiene che il sogno è “ la preoccupazione dell’anima”, mentre per il Profeta Mahammad, i sogni sono “ una conversazione fra l’uomo e il suo Dio” [10]. A tal fine presso questi popoli sono sorti gli interpreti dei sogni. Conosciamo i baru a Babilonia e i magi in Persia; nella Bibbia il più importante interprete di sogni è Giuseppe, che interpreta il sogno del faraone. La negromanzia è una forma di divinazione per cui si evocano le anime dei morti, per consultarle; questa tecnica era praticata sin dall'antichità sia a Babilonia sia presso gli Ebrei, sia presso i Greci, i quali sin dall'antichità conoscevano <il rito negromantico di Tiresia[11],
In Mesopotamia erano conosciuti:
· Il barum[12], cioè il veggente, collaboratore del profeta, incaricato di verificare l'autenticità di certi sogni divini. Non è un profeta, ma la sua funzione è quella di indovino, di divinatore; vive e lavora presso il tempio; nella Bibbia il più noto è Balaam, (cfr Nm 22,24);
· Il muhhum o estatico dotato di visione, che usava la tecnica dell'estasi[13].
Dallo studio della letteratura profetica di Mari si è appreso che la profezia poteva essere provocata o indotta dall'uso di bevande inebrianti, senza per questo essere considerata una mistificazione[14]. Tale pratica era conosciuta ed in uso anche in Israele, poi venne combattuta (come apprendiamo leggendo Is 28,7; e Mi 2,11). In Siria – Fenicia - Canaan si ha qualcosa che sembra simile ma è invece profondamente diverso, con l'introduzione della musica e l'uso di strumenti musicali.
Urim e tummim sono termini dal significato molto incerto, indicano una pratica divinatoria che si riferisce alle 21 lettere dell'alfabeto ebraico, che, estratte a sorte dall'efod, costituivano delle parole che avevano un senso[15]. L'efod era un indumento sacerdotale che conteneva in una tasca gli oggetti sacri, ad esempio gli urim e i tummim, come deduciamo da Es 28,6 - 30. Secondo la nota della Bibbia di Gerusalemme:[16] “Efod: l'ebraico biblico applica questo nome (dall’etimologia incerta) a tre realtà diverse:1, l'efod strumento divinatorio, che serviva a consultare Jhvh (cfr 1 Sam 2,28ss);
Il messaggio oracolare, si poteva ricevere in trance, tecnica indotta da esperti del tempio del dio di turno, in sogno (di cui diversi esempi ricorrono nella Bibbia), oppure per incubazione, cioè chi doveva ricevere un sogno rivelatore si recava presso il santuario del proprio clan per averlo. Come risulta dall'archivio reale di Mari, gli oracoli furono messi per iscritto subito dopo che essi erano stati pronunciati dai “proclamatori " o "rivelatori " e catalogati in collezioni in base alla divinità che li aveva inviati o dal nome del profeta che li aveva proclamati. Questo metodo assomiglia a quello che in seguito si sarebbe usato in Israele con i suoi profeti canonici. Generalmente quasi tutto il materiale profetico che ci è pervenuto dall'area mesopotamica tratta di affari del re e della corte, della guerra, delle rivolte, delle congiure, dell'opportunità di intraprendere campagne militari contro questo o quello stato, contro questa o quella città. Molti trattano di "maledizioni " contro questo o quel sovrano. Dall'esame dei testi si evince che il contenuto dei messaggi profetici sono prevalentemente di carattere politico, militare e sociale. A volte sono le divinità che si lamentano per qualche dimenticanza fatta nei loro confronti, come apprendiamo da un oracolo pervenutoci dall'archivio reale di Mari, simile a quello che troviamo in 2 Sam 7,8ss, dove il profeta Natan profetizza a Davide il sostegno che JHWH gli ha dato e gli darà. Confrontiamo i due oracoli:
< Non sono io Adad il Signore di
Kallassu che l'ho sollevato tra le mie cosce(*)
e l'ho ristabilito sul trono della casa
di suo padre?Dopo averlo ristabilito sultrono della casa di suo padre, gli ho dato ancora un luogo dove abitare. Ora,
poiché io l'ho ristabilito sul trono della casa di suo padre, dovrò ricevere da
lui una proprietà ereditaria per un tempio). Se egli non la darà, io sono il
padrone del trono, del territorio e della città, e ciò che ho dato toglierò. Se,
invece, soddisferà la mia richiesta, io gli darò trono su trono, casa su casa,
territorio su territorio, città su città; anche la terra da Est ad Ovest gli darò.>
(ANET 625)[17]
< Ora dunque riferirai al mio servo Davide: Così dice il Signore degli Eserciti
: Io ti presi dai pascoli, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi il capo d'Israele
mio popolo; sono stato con te dovunque sei andato; anche per il futuro distruggerò
davanti a te tutti i tuoi nemici e renderò il tuo nome grande come quello dei
grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo a Israele mio popolo e ve lo pianterò
perché abiti in casa sua e non sia più agitato e gli iniqui non lo opprimano
come in passato, al tempo in cui avevo stabilito i Giudici sul mio popolo Israele,
e gli darò riposo liberandolo da tutti i suoi nemici. Te poi il Signore farà grande,
poiché una casa farà a te il Signore. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu
giacerai con i tuoi padri,io assicurerò dopo di te la discendenza uscita dalle tue viscere,
e renderò stabile il tuo regno. Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò
stabile per sempre il trono del suo regno. Io gli sarò padre ed egli mi sarà figlio.
Se farà il male, lo castigherò con verga d'uomo e con i colpi che danno i figli d'uomo,
ma non ritirerò da lui il mio favore, come l'ho ritirato da Saul, che ho rimosso dal
trono dinanzi a te. La tua casa e il tuo regno saranno solidi per sempre davanti a me
e il tuo regno sarà reso stabile per sempre". Natan parlò a Davide con tutte queste
parole e secondo questa visione. (2 Sam 7,8ss)
(*) L’espressione “Sollevato tra le mie cosce” si riferisce alla prassi in uso presso i popoli cananei e della Mesopotamia. Secondo il Codice di Hammurabi, quando una schiava partoriva tra le ginocchia della sua padrona, il nato era figlio della padrona. Perciò in questo caso la divinità applica a se stessa questo principio, e si dichiara padre del re. Se guardiamo bene i due oracoli, che sono distanti tra loro quasi sette secoli, ci accorgiamo subito che hanno una grande somiglianza, perciò come già detto, si può dedurre che la profezia in Israele avesse familiarità con quella del vicino Medio Oriente.
Vediamo un esempio dal testo 26,7 della città di Mari[20]:
“Al mio Signore ( = Zimri Lim) annuncia: Così (dice) Tebi-gerisu, tuo servo: Il giorno in cui sono arrivato (dal capo haneo) Asmad, (ho atteso) l'indomani e ho radunato i profeti (nabum) dei Hanei e ho richiesto un oracolo circa il benessere del mio Signore in questi termini: Tornerà il mio Signore sano e salvo in città, dopo aver fatto le sue ablazioni, dal momento che egli si deve trattenere per sette giorni fuori le mura”.
Oltre a navi,
I profeti raramente hanno proclamato i loro oracoli con imparzialità, con calma o con distacco. Quasi sempre lo hanno fatto in stato di profonda eccitazione o esaltazione. Lo stesso termine ebraico navi nella Bibbia ebraica non è esente da ambiguità. Viene infatti usato in modo indiscriminato sia quando è riferito sia ai profeti del Signore, sia ai 450 profeti del dio Baal, sia ai profeti della dea Aschera, sia ai falsi profeti. Per
Amos ed Osea, due fra i più antichi profeti del canone, vissuti tra l'VIII e il VII secolo a.e.v., ci dicono che conobbero alcuni dei loro predecessori e che si collocarono entro quella tradizione profetica (cfr Am 2,11 - 12): “Ho fatto sorgere profeti tra i vostri figli e nazirei[28] fra i vostri giovani. Non è forse così, o Israeliti?. Oracolo del Signore. Ma voi avete fatto bere vino ai nazirei e ai profeti avete ordinato: Non profetate!” (Am 2,11 – 12); “Eppure io sono il Signore tuo Dio fin dal paese d'Egitto. Ti farò ancora abitare sotto le tende come ai giorni del convegno. Io parlerò ai profeti, moltiplicherò le visioni e per mezzo dei profeti parlerò con parabole. Se Gàlaad è una colpa, essi non sono che menzogna; in Gàlgala si sacrifica ai tori, perciò i loro altari saranno come mucchi di pietre nei solchi dei campi.” (Os 12,10 – 13).
I profeti del canone quasi tutti rifiutarono il termine di navi, anzi ne parlarono quasi sempre con disprezzo. Amos sembra quasi rinnegarlo: “Amos rispose ad Amasia: "Non ero profeta, né figlio di profeta; ero un pastore e raccoglitore di sicomori” (Am 7,14). In Israele la profezia era una istituzione praticata sia presso il tempio sia a corte. Il Profeta è colui che intercede per qualcuno, sia esso il suo re o il popolo, e questo si deduce sin dalle prime pagine della Bibbia. La prima volta che compare il termine navi è in Genesi 20,7, ed è Dio a pronunciarlo: “Ora restituisci la donna di quest'uomo: egli è un profeta: preghi egli per te e tu vivrai”. E' Dio che si rivolge in sogno al re di Gerar, Abimelech, suggerendogli di restituire Sara ad Abramo se vuole salva la vita, e assicurandogli che il profeta Abramo pregherà per lui. Il testo ci dice poi che grazie a quelle preghiere il re guarì, e le donne della sua casa ritornarono fertili. Il profeta nella Bibbia sarà poi sempre, un intercessore, a partire da Mosè sino alla fine del fenomeno profetico. Come abbiamo visto, i redattori finali hanno fatto risalire la linea dei profeti sin dall'inizio, cioè a partire da Abramo, per dimostrare quanto la profezia sia stata essenziale ed abbia accompagnato tutta
Nella tradizione Ebraica la funzione dei profeti fu quella di colmare la distanza dalla Rivelazione del Sinai all'affermarsi del Giudaismo Rabbinico. Essi furono cioè i custodi della Torà come si deduce dal trattato dei Pirke Avot (I detti dei Padri):[31] “Mosè ricevette
I Profeti d'Israele si sono distinti dai loro colleghi del vicino Medio Oriente per la loro indipendenza. Poiché essi annunciavano
“ Giòsafat disse al re di Israele: <Consulta oggi stesso la parola del Signore> Il re di Israele radunò i profeti, in numero di circa quattrocento, e domandò loro:<Devo muovere contro Ramot di Gàlaad oppure devo rinunziarvi?>. Risposero: <Attacca; il Signore la metterà nelle mani del re>. Giòsafat disse: <Non c'è più nessuno altro profeta del Signore da consultare?>. Il re di Israele rispose a Giòsafat: <Ci sarebbe ancora un uomo, attraverso il quale si potrebbe consultare il Signore, ma io lo detesto perché non mi predice altro che male, mai qualcosa di buono. Si tratta di Michea, figlio di Imla>, Giòsafat disse:<Il re non parli così!>. Il re di Israele, chiamato un eunuco, gli ordinò: <Convoca subito Michea, figlio di Imla> [……..] Il messaggero, che era andato a chiamare Michea, gli disse: <Ecco le parole dei profeti. Sono concordi nel predire il successo del re; ora la tua parola sia identica alla loro; preannunzia il successo>. Michea rispose< Per la vita del Signore, comunicherò quanto il Signore mi dirà>. Si presentò al re che gli domandò: <Michea, dobbiamo muovere contro Ramot di Gàlaad oppure dobbiamo rinunciarvi?>. Gli rispose :<Attacca, vi riuscirai; il Signore la metterà nelle mani del re.> Il re gli disse: <Quante volte ti devo scongiurare di non dirmi se non la verità nel nome del Signore?> Quegli disse: <Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore senza pastore. Il Signore dice:Non hanno padroni; ognuno torni a casa in pace>”. Come dice Paolo De Benedetti[32]: “E’ questa una delle tante pagine bibliche in cui appare un conflitto tra veri e falsi profeti: gli uni, di solito, avversati dal sovrano, gli altri graditi e favoriti. La storia di Elia ne è il caso più noto, e non per nulla coinvolge lo stesso re Achab; altrettanto nota è la vicenda di Geremia”. Quanto abbiamo letto ci fa capire che il profeta, che parla per bocca di Dio, si può permettere un'autonomia dal potere ed acquisisce uno status sacrale agli occhi del popolo, per cui il suo sostentamento non dipende dai poteri costituiti, ma dal popolo, come è avvenuto per quasi tutti i profeti della Bibbia. E’ per questo che essi, di volta in volta, hanno potuto essere i fustigatori del re, del popolo, o della classe sacerdotale. Ora tratteremo i profeti dell'Antico Testamento.
La profezia in Israele
Profeti preclassici sono coloro che hanno svolto la loro missione prima dell'istituzione della monarchia e nelle prime fasi della monarchia stessa, cioè dall’ XI al IX secolo a.e.v.. Da parte loro non ci è pervenuto nessun testo scritto. Ne siamo informati da 1 - 2 Sam e da 1 - 2 Re. La profezia vera e propria in Israele inizia con Samuele, personaggio importantissimo perché ha svolto una triplice funzione: è stato Giudice di Israele (cfr 1 Sam 7,6); Sacerdote, (cfr 1 Sam 7,10 - 13), ed infine Profeta (cfr 1Sam 3,19 -21). Samuele all'inizio si oppose con tutte le sue forze all'istituzione della monarchia (cfr 1Sam 8-12).
All’avvento dei Re sono legati i cosiddetti profeti di corte:
Gad, profeta di Davide (1Sam 22,5;2 Sam 24,11);
Natan, profeta di Davide (2 Sam 7,2 - 12,1 - 1Re 1,11ss);
Achia, profeta sotto Geroboano (1 Re 11,29ss - 14,2ss);
Ieu, sotto Basa (1 Re 16,7);
Elia ed Eliseo, sotto Acab ed i suoi successori, (1 Re 13 ss);
Giona, sotto Geroboano II (2 Re 14,25 );
Culda la profetessa, sotto Giosia (2 Re 22,14 ss);
Uria, sotto Ioiakim (Ger 26,20);
Semaia, sotto Roboamo (2Cr 12,15 - 13,22);
Azaria, sotto Asa (2 Cr 15,1 ss);
Oded, sotto Acaz (2 Cr28,9 ss).
Molti sono stati consiglieri del loro re, ma, nonostante ciò, sono stati molto critici sulle sue scelte sia in campo sociale e politico che religioso, ed hanno dimostrato la loro indipendenza, denunciandone i peccati e le azioni sbagliate compiute contro la volontà di Dio. Si sono scagliati con veemenza contro la pratica dell'idolatria ed hanno difeso l'unicità di JHWH.
Profeti classici sono quei profeti che hanno svolto la loro missione dal VII al III secolo a.e.v.. Essi hanno parlarono in nome di Dio e messo per iscritto i loro oracoli, per questo vengono chiamati profeti scrittori. In base al periodo della loro professione, si suddividono a loro volta in:
pre-esilici (dal 760 al
esilici (dalla prima deportazione del 597 al 538);
post-esilici (dal 538 al III secolo a.e.v.).
I profeti pre - esilici operarono sia nel regno di Israele sia nel regno di Giuda. Questo è il periodo in cui avvengono dei grandi mutamenti. Israele, da popolo nomade del deserto, si trasforma in seminomade. Da popolo dedito alla pastorizia, si dedica allo sviluppo dell'agricoltura e del commercio, con conseguente urbanizzazione, costituzione delle classi sociali e suddivisione in ricchi e poveri. In ambito politico, avviene il passaggio dal governo dei Giudici (che governavano le dodici tribù con una sorta di governo arcaico e soggetto ai poteri dei clan), all'istituzione del potere centralizzato nella figura del re e della corte. Intanto i due regni vivono la politica internazionale del tempo, dipendendo di volta in volta dalla forza degli imperi vicini, assiro prima, babilonese dopo, persiano, e spesso da quello egiziano. Nel campo religioso, Israele si deve difendere dall'idolatria, dal culto delle divinità limitrofe ed in particolar modo da Baal, il dio cananeo. Si è già molto lontani dall'esperienza salvifica dell'Esodo e dalla Rivelazione del Sinai, dall'esperienza di un Popolo che camminava alla presenza del proprio Dio. La costruzione del Tempio aveva reso il culto a Dio simile a quello degli altri popoli, facendo diventare JHWH un Dio atemporale chiuso nel suo sacello, e non il Dio della Storia, che si muove con il suo Popolo. A questi problemi i profeti pre-esilici tentano di dare delle risposte, ponendo attenzione ai diversi fattori. Così noi troviamo nel Regno del Nord, Amos (760 -
I profeti esilici operarono durante il periodo della cattività babilonese. In esilio erano state tradotte soprattutto le autorità e le personalità più influenti di Gerusalemme. Gli Ebrei in esilio corsero il gravissimo problema dell'assimilazione: adottarono il calendario babilonese; assunsero nomi babilonesi, e la lontananza da Gerusalemme e la distruzione del tempio misero in crisi tutto l'impianto religioso, che ad esso faceva riferimento. A questo declino che sembrava senza ritorno pose fine la presenza dei profeti e l'avvento della nuova classe dei Dottori della Legge, quelli che sarebbero stati i futuri Rabbini. Durante questo periodo operarono Ezechiele (593 -
I profeti post - esilici operarono dopo il ritorno in patria avvenuto per opera di Ciro. Gli esiliati, rientrati a Gerusalemme, si trovarono ad affrontare moltissime difficoltà, sia di carattere religioso sia sociale (cfr Ne 5). Dovettero fronteggiare la ripresa dell'idolatria (cfr Is 57 - 65) e confrontarsi con altri gruppi etnici (cfr Esd 9 - 10). Fu molto forte il contrasto con quelli che non erano stati in esilio, nonché con la comunità dei Samaritani (cfr Esd 4 - Ne 2,4 -6 ). Questo è il periodo durante il quale il movimento profetico perde progressivamente d’importanza, fino ad esaurirsi. La predicazione profetica è quasi tutta volta a far comprendere il ruolo e la centralità del tempio, difatti questo periodo è denominato della profezia del tempio, come riscontriamo in Aggeo, Zaccaria e Malachia. Dal III secolo a.e.v. assistiamo all'affermarsi della profezia escatologica, che annuncerà l'avvento della profezia apocalittica. I profeti di questo periodo furono: Aggeo (520 -
Concludendo, possiamo affermare, che la profezia in Israele ha rivestito un’importanza socio-religiosa superiore che nelle civiltà limitrofe, innanzi tutto per la massa di materiale prodotto, e per l’importanza teologica che il messaggio profetico ha rivestito per tutta
BIBLIOGRAFIA:
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Brescia 1996;Abram J. Heschel, Il Messaggio dei Profeti, Borla, Roma 1993;
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Alberto Mello (traduzione), Detti di Rabbini, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose 1993;
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Il Corano, introduzione, traduzione e commento di Alessandro Bausani, Sansoni, Firenze 1978;
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Gianni Cappelletto – Marcello Milani, In ascolto dei Profeti e dei Sapienti, Edizioni Messaggero Padova 2001;
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Julia e Derek Parker, Il libro completo dei sogni, Gremese Editore Srl, Roma 1996;
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Paolo De Benedetti, La morte di Mosè e altri esempi, Morcelliana, Brescia 2005;
Romeo Cavedo, Profeti, storia e teologia del profetismo nell’Antico Testamento, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1995.
[1]
Joseph Blenkinsopp, Storia della profezia in Israele, Queriniana,
Brescia, 1997, p, 16.
[2]
Cristiano Grottanelli, Profeti biblici, Morcelliana,
Brescia 2003, pp, 37, 48.
[3] Luigi
Cagni, Le profezie di Mari, Paideia Editrice, Brescia, 1995, p, 17, 18.
[4] Il Corano (traduzione di
Alessandro Bausani), Sansoni, Firenze, 1978, Sura XXXIII,7, P, 306.
[5] Il Corano (traduzione di
Alessandro Bausani), op, cit, Sura XXXIII,40, p, 309, 310.
[7] Luigi Cagni, Le
profezie di Mari, op. cit, p, 31.
[8] Oniromanzia: viene dal greco e
significa letteralmente divinazione del sogno.
[9] Necromanzia: viene dai vocaboli
greci che significano morto e predizione. Arte divinatoria che
comprende diverse pratiche occulte di magia, prima fra tutte l'evocazione degli
spiriti e delle anime di persone morte
[10] Julia e Derek Parker, Il libro completo dei sogni, Gremese
Editore Srl, Roma 1996, p, 11.
[11]
Tiresia
è una figura della mitologia greca. Il celebre indovino era figlio di Evero,
della stirpe degli Sparti, e della ninfa Cariclo. Tiresia ebbe una
figlia,Manto, anche lei indovina. WikipediA.
[12]
Luigi Cagni, Le profezie di Mari, op, cit, p, 24.
[13]
Luigi Cagni, Le profezie di Mari, op, cit, p, 22.
[14] Luigi Cagni, Le
profezie di Mari, op, cit, p, 25.
[15]
Gianni Cappelletto – Marcello Milani, In ascolto dei Profeti e dei Sapienti.
Introduzione all’Antico Testamento – II, Edizioni Messaggero, Padova, 2001,
p, 17.
[16]
Aa:Vv, La Bibbia
di Gerusalemme, EDB, Bologna, 2005, p, 182.
[17] J.B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts, Relating to
Old Testament, Princeton , 1969.
[18]
Gianni Cappelletto – Marcello Milani, In ascolto dei Profeti e dei Sapienti.
Introduzione all’Antico Testamento II, op, cit, p, 21.
[19]
Gianni Cappelletto – Marcello Milani, In ascolto dei Profeti e dei Sapienti.
Introduzione all’Antico Testamento, op, cit, p, 21.
[20] Luigi Cagni, Profezie di Mari,
Paideia, Brescia, 1985, p, 81.
[21]
Gianni Cappelletto – Marcello Milani, In ascolto dei Profeti e dei Sapienti,
op, cit, , 2001, pp, 24,25.
[22]
Ambrogio Spreafico, La voce di Dio, EDB, Bologna, 1998, p, 5.
[23] bMeghillàh 14°.
[24]
Alberto Mello, La passione dei profeti, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose,
Magnano (BI), 2000, p, 103,116.
[25] Alberto Mello, La
passione dei profeti, op.cit, p, 51.
[26] Paolo De Benedetti, La morte di Mosè e altri esempi, Morcelliana,
Brescia 2005, p, 74.
[27] Alberto Mello, La
passione dei profeti, op, cit, pp, 54,55
[28] Nazireo viene dall'ebraico nazir ,
consacrato, secondo una prassi codificata in Num 6,1 - 21, colui o colei
che ha fatto un particolare voto di consacrazione al Signore (nazireato),
impegnandosi per un periodo determinato o per tutta la vita ad astenersi dalle
bevande alcoliche e dall'uva, dal tagliarsi i capelli e dal contatto fisico con
i cadaveri. I più famosi sono Sansone e Samuele. E' possibile che avessero
fatto questo voto Giovanni il Battista (Lc 1,15) e Paolo (At 18,18). Il termine
non va confuso con nazareno o nazareo, abitante di Nazaret. Aa.Vv, Vademecum
per il lettore della Bibbia, op, cit, p, 52.
[29] Abram
J. Heschel , Il Messaggio dei
Profeti, Borla, Roma 1993,
pp, 5,6.
[30] Alberto Mello, La
passione dei profeti, op, cit, p, 15,18.
[31]
Alberto Mello, (traduzione), Detti di Rabbini, Edizioni Qiqajon,
Comunità di Bose,1993, p, 49.
[32]
Paolo De Benedetti, La chiamata di Samuele e altre letture bibliche, Morcelliana,
Brescia 1976, p, 48.
[33]
Mormonismo
è una confessione religiosa cristiana che si rifà all'operato di Joseph Smith.
La componente maggioritaria è la
Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni Il termine mormonismo (e derivati: il
sostantivo e aggettivo mormone derivano da Mormon, nome del profeta
a cui viene attribuito il Libro di Mormon, testo che Joseph Smith pubblicò nel marzo del 1830 dichiarando di averlo tradotto in
inglese da una antica e sconosciuta
lingua. WikipediA.
[34] Avventiamo, con il
termine avventismo si identificano un
insieme di Chiese e gruppi religiosi che si rifanno ad un filone specifico del
mondo protestante, la
Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno si pone come
esponente di spicco, ma non l'unico, all'interno del «protestantesimo
avventista». Uno dei principali esponenti delle origini dell'avventismo
contemporaneo è certamente William Miller. WikipediA.
[35]
Kimbanguismo
o Chiesa di Gesù Cristo sulla terra secondo il profeta Simon Kimbangu
(E.J.C.S.K.) è una Chiesa cristiana nata in Congo, dove fu fondata dal profeta
Simon Kimbangu (1889 – 1951). Il kimbanguismo, con i suoi 17 milioni di fedeli,
è uno dei più importanti fra i 6000 movimenti afrocristiani ed è, dal 1969,
membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese. WikipediA.
[36]
Joseph Blenkinsopp, Storia della profezia in Israele, op, cit, p, 12.